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Mann, Thomas.

Scrittore tedesco. Di padre tedesco e di madre brasiliana, alla sua duplice origine si sogliono riportare le contraddizioni, ma anche le geniali dialettiche intuizioni della sua arte. Nel primo grande romanzo, I Buddenbrook (1901), è mostrata la decadenza degli ideali borghesi di solido benessere, i quali si sfaldano di fronte alle seduzioni di una irrequieta sensibilità artistica e sentimentale, qual è quella dell'ultimo giovane rampollo della famiglia. Artisti e letterati sono anche i protagonisti di Tristano (1903), di Tonio Kröger (1904), di Morte a Venezia (1913) e della novella Disordine e dolore precoce (1926), racconti nei quali l'intellettualismo lucido dello scrittore si adegua sempre alla maestria dello stile; intellettualismo, acume dello stile e finissima psicologia compongono ancora l'atmosfera morbosa e tragica del romanzo La montagna incantata (1924), che si svolge in un sanatorio di montagna, come pure del ciclo biblico Giuseppe e i suoi fratelli (1933-1943), di Carlotta a Weimar (1939), del Doctor Faustus (1947), dell'Eletto (1951). Nel Faustus tutte le virtù critiche e narrative dello scrittore si assommano per dare nella figura del protagonista, il musicista Leverkühn, quasi un simbolo della perenne lotta con il demonico e con il musicale che è, per lui, al centro dell'anima germanica. Le stesse qualità s'incontrano nei saggi (Federico e la grande coalizione, 1915; Considerazione di un impolitico, 1918), nei quali perfino l'interesse politico è assorbito in quella visione unitaria del mondo sorretta e frenata dalla sua penetrante intelligenza critica. La sua ultima opera è il romanzo Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull, rimasto incompiuto. Nel 1929 ricevette il premio Nobel. Privato della cittadinanza tedesca nel 1936, si trasferì nel 1938 negli Stati Uniti d'America. Nel 1949 tanto la Germania Occidentale quanto quella Orientale gli conferirono il premio Goethe (Lubecca 1975 - Zurigo 1955).